Il prof. Alessandro Bogliolo, docente dell’Università di Urbino e ambasciatore del coding in Italia, spiega in poche semplici parole l’importanza del coding e del pensiero computazionale:
«Il pensiero computazionale significa pensare in maniera algoritmica ovvero trovare una soluzione e svilupparla. Il coding dà ai bambini una forma mentis che permetterà loro di affrontare problemi complessi quando saranno più grandi»
Dunque, possiamo approcciare attività di coding sin dall’infanzia! Sì, dall’infanzia! Possiamo incominciare con attività unplugged (senza tecnologia) giocando a “programmare” i nostri compagni come se fossero robot, o plugged (con il pc, tablet o smartphone) giocando con l’ape BeeBot, con i trenini, o con le attività di code.org per l’età prescolare.
Ma perchè a scuola è importante fare attività di coding sin dall’Infanzia?
L’obiettivo delle attività del coding è allenare i nostri alunni al pensiero computazionale. Il pensiero computazionale non è altro che una logica da applicare in qualsiasi campo, non è una disciplina a sè stante ma è orizzontale, potenzialmente è applicabile in ogni contesto.
Infatti le attività di coding non mirano a rendere i nostri studenti dei piccoli Bill Gates, capaci di scrivere righe di codice in linguaggi informatici specifici come HTML, C++, JavaScript, etc. Il nostro obiettivo deve essere quello di renderli capaci di applicare la logica per la risoluzione dei problemi che si troveranno ad affrontare. Anche perché gli insegnanti seminano oggi, ma chissà quali nuovi linguaggi informatici troveranno gli alunni una volta cresciuti e arrivati nel mondo del lavoro!
Mai come nel coding è palese la necessità di FARE per IMPARARE. Il pensiero computazionale necessita di allenamento, di pratica, appunto. Quindi largo ad attività pratiche: da soli, in coppia, in gruppo, con il pc o senza, non importa! L’importante è mettersi in AZIONE.
Non solo mettersi in azione, ma avere un’organizzazione chiara di quello che si andrà a fare… programmare! Quindi prima analizzare il problema, poi individuarne le macrofasi, definire schemi ricorrenti, creare le istruzioni, provarle e infine verificare per migliorare quanto fatto.
Il coding non è una nuova disciplina da aggiungere ai programmi scolastici già fitti, ma diviene un interessante alleato per le discipline o gli argomenti più ostici.
Ad esempio, può esser davvero interessante studiare la geometria utilizzando le attività plugged di code.org, imparando attivamente il valore degli angoli, delle dimensioni, delle ripetizioni, oppure il valore delle battute nella musica, Ballando con il codice; oppure la grammatica italiana o delle lingue straniere utilizzando scacchiere per attività unplugged con le lettere o le parole.
Il coding insegna ai ragazzi, non solo a seguire le istruzioni, cosa sulla quale la scuola lavora da sempre, ma l’importanza di saper creare le istruzioni efficienti e saperle comunicare correttamente.
E’ fondamentale, infatti, saper dare delle istruzioni che siano comprensibili, utilizzando un linguaggio comune, precise e che ci portino alla stessa soluzione in ogni caso, in modo automatico.
In questo le attività di Coding di Coppia, sono uno strumento eccellente. Due studenti lavorano insieme, ma con due compiti strettamente differenti: il navigatore dà le istruzioni, il conducente le esegue praticamente. Questo tipo di attività paritaria davvero rende ben chiaro ai ragazzi l’importanza del saper eseguire le istruzioni, ma soprattutto di saperle trasmettere correttamente.
L’ultimo punto lo dedico ad un argomento che mi sta molto a cuore: le materie scientifiche (STEM- Science, Technology, Engineering and Mathematics) non sono solo per i “maschietti”. Il coding è uno strumento fondamentale per mostrarci quanto le ragazze possano essere parte attiva e creativa del mondo dell’informatica.
La top-model statunitense Karlie Kloss ne ha fatto una fondazione, “Kode with Klossy“, che dal 2015 opera per aumentare il numero delle laureate in informatica (solo il 18% di laureati nelle ICT negli USA è donna) attraverso borse di studio, summer schools e programmi formativi per docenti e studentesse. Racconta Karlie Kloss: “mi sono resa conto che, proprio come l’arte e la moda, il codice riguarda la creatività e che le donne che hanno queste capacità hanno il potere di plasmare il nostro futuro. Ora più che mai, le donne hanno bisogno di sedersi al tavolo per plasmare le tecnologie che stanno plasmando il nostro mondo”.
Ci sono tante altre motivazioni per cui fare esperienze di Coding oggi a scuola sia davvero fondamentale, ma posso assicuravi che se proverete per primi qualche attività, ne sarete innamorati!
Laureata in economia e marketing, product manager principalmente per software cloud a supporto della didattica. Ha un’esperienza decennale nel campo delle tecnologie hardware e software e il loro utilizzo. E’ formatrice certificata nei corsi business ed education accreditati dal MIUR.
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