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DDAI/ADHD: Il deficit di attenzione e iperattività

bambina che gioca con i colori a dita

children hands in colors. Summer photo. Selective focus. nature

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, denominato nel nostro Paese con l’acronimo DDAI, ma più noto come ADHD, Attention Deficit Hyperactivity Disorder: il quale indica “un disturbo evolutivo dell’autocontrollo di origine neurobiologica che interferisce con il normale sviluppo psicologico del bambino e ostacola lo svolgimento delle comuni attività quotidiane”.[1]

 

Nonostante le normali doti intellettive, il bambino con DDAI mostra difficoltà nel mantenere la concentrazione sul compito, si dimentica facilmente cose abituali, è facilmente distraibile da stimoli esterni, ha difficoltà ad organizzarsi e pianificare il lavoro, non segue le istruzioni, non porta a termine le attività perde gli oggetti ed i materiali che spesso utilizza[2].

 

Dal punto di vista comportamentale il soggetto con tale deficit non riesce a stare fermo come i suoi coetanei, presenta quindi necessità di muoversi senza che il movimento sia finalizzato al raggiungimento di un obiettivo, quindi è irrequieto, non riesce a stare fermo sulla sedia, o al posto che gli viene assegnato.

 

L’iperattività si manifesta quindi in un eccessivo livello di attività motorio e/o vocale e può essere associata o meno al problema di attenzione e concentrazione.

 

L’età d’insorgenza è collocata, secondo i sistemi nosografici internazionali, entro il dodicesimo anno di età con il DSM-5, anche se il disturbo comincia ad essere considerato e rilevato a partire dai 3-4 anni, poiché dall’anamnesi e possibile riconoscere sintomi di autoregolazione comportamentale già a partire dal periodo pre-scolare.

 

Sia i bambini sia gli adolescenti con sindrome da DDAI presentano evidenti difficoltà relazionali anche con i coetanei poiché tendono ad essere invasivi e talvolta aggressivi o distruttivi.

 

Saper comprendere tale disturbo da deficit di attenzione ed iperattività è fondamentale per una fruttuosa gestione di tale deficit.

 

 

[1] CAPODIECI A., CORNOLDI C., Bambini disattenti e iperattivi, Giunti O.S. Organizzazioni Speciali, Firenze, 2013

[2] Cfr.  Macchia V. Individuazione precoce del rischio ADHD e laboratorio di attenzione nella scuola dell’infanzia. Franco Angeli, Milano, 2013.